E’ uno slogan,  un “tormentone “ del mondo spirituale.

L’ho sentito innumerevoli volte, seguito da sorrisi e pacche sulle spalle.

Credo sia importante chiarire la questione, almeno dal mio punto di vista.

Innanzitutto una pessima notizia:  la morte esiste eccome.

Chiunque abbia visto una persona defunta lo sa bene.

E tutti quelli che l’ hanno conosciuta, che con lei hanno interagito, che magari l’hanno amata, semplicemente non la vedranno più.

Nessun gesto, nessun abbraccio, nessun sorriso, nessun litigio.

Nulla.

E’ legittimo cercare qualunque appiglio che ci dia conforto e speranza, nulla da obiettare; il pensiero della fine è infatti intollerabile.

Ma non credo affatto che la soluzione sia la negazione.

La negazione è un meccanismo di difesa proposto da Anna Freud,  che implica il rifiuto di accettare la realtà, bloccando così la consapevolezza degli eventi esterni.

Purtroppo , e gli psicologi lo sanno bene, non porta a nulla di buono.

Il pensiero della morte è un tabù molto potente e viene negato, soprattutto nel mondo occidentale, anche attraverso le mille modalità che esistono per evitare l’invecchiamento, il decadimento, il disagio fisico.

Argomento scomodissimo, dunque.

Torniamo al mondo spirituale e al “tormentone “di cui parlavamo all’inizio, che suona più o meno così: “tranquillo, non piangere, tanto la morte non esiste”

Assolutamente no.

Io devo piangere e soprattutto devo attraversare quel vuoto e quel silenzio, perché è solo in quel luogo segreto che ritroverò i ricordi, le immagini e la voce di coloro che ho perso.

Il silenzio e il vuoto sono colmi di significati e occorre trovare il coraggio di risiedervi, per quanto difficile sia.

La morte è un passaggio, chi lo attraversa continua a vivere in altre dimensioni e continua la sua evoluzione.

Ma le parole hanno una precisa frequenza e bisogna averne molta cura quando le si pronuncia.

Oltre quel velo c’è un mistero che un giorno toccherà a tutti scoprire.

Ma elaborare una perdita non necessita di frasi ad effetto, per quanto animate da buone intenzioni.

Bisogna solo inchinarsi di fronte a qualcosa che è molto più grande di noi, con profondo rispetto e amore, con Fede, e soprattutto….nel silenzio.

 

Valeria La Ferlita